I menu del Ristorante

Scoprite i nostri percorsi gastronomici, pensati per offrire un’esperienza culinaria unica e indimenticabile. Ogni menù è stato creato per esaltare i sapori del Cilento, utilizzando ingredienti freschi e di alta qualità. Vi invitiamo a esplorare i nostri percorsi di degustazione e a lasciarvi sorprendere dalle combinazioni innovative e dai GUSTI autentici. Oppure scegliete il menu à la carte per essere liberi di sperimentare tra i sapori cilentani proposti.

Percorso Degustazione Pesce

Un viaggio attraverso i sapori del mare, con piatti che celebrano la freschezza e la qualità del pescato locale.

Menù:

  • Crostino di pane con burro affumicato e alici di Menaica.
  • Tentacolo di polpo su crema di piselli novelli e chutney di albicocche.
  • Cavatelli ai grani antichi con zucchine, cannolicchi e spuma di ricotta al nero.
  • Spaghettone di Gragnano con coccio cotto e crudo e cenere di olive nere.
  • Trancio scottato di pescato con pesto di rucola e acqua di pomodori.
  • Ciliegie con maracuja e crema pasticcera al cardamomo.

Prezzo: €60
Allergeni: glutine, crostacei, uova, pesce, latte, molluschi, frutta a guscio.

Percorso Degustazione Bufala

Un omaggio alla bufala, simbolo del paesaggio storico del Cilento, con piatti che ne esaltano le qualità uniche.

Menù:

  • Patata croccante con mousse di salame.
  • Carpaccio con maionese all’alloro.
  • Ravioli fritti di melanzane affumicate con fonduta di blu di bufala.
  • Candele alla genovese con spuma di zabaione salato al “parmigiano di pecora”.
  • Guancia cotta a bassa temperatura con erbette saltate e salsa ai frutti rossi e aglio nero.
  • Latte affumicato con mousse croccante, crumble al caffè e polvere di mirto.

Prezzo: €50
Allergeni: glutine, crostacei, uova, pesce, latte, molluschi, frutta a guscio.

Percorso Degustazione Vegetariano

Un tributo alla terra del Cilento, con piatti che celebrano i sapori e i prodotti locali.

Menù:

  • Chips di riso venere con pesto di rucola.
  • Humus di cicerchie con brunoise di verdure di stagione.
  • Spaghettone di Gragnano con riduzione di peperoni, mandorle e crema di ricotta.
  • Indivia arrosto con pinoli e acqua di pomodoro.
  • Cannolo cilentano con crema pasticcera e al cacao.

Prezzo: €40
Allergeni: glutine, crostacei, uova, pesce, latte, molluschi, frutta a guscio.

Abbinamento Cibo/Vino

Per completare la vostra esperienza culinaria, vi offriamo la possibilità di abbinare i piatti del vostro percorso degustazione con una selezione di vini locali, scelti per esaltare al meglio i sapori di ogni piatto.

Prezzo Abbinamento Cibo/Vino: €20

Scarica la carta dei vini

Menu à la carte

ispirato alla Scuola Medica Salernitana

Il cibo è cultura, il cibo è salute

 

 

Carpaccio di bufalo con maionese all’alloro (*Giardino della Minerva)

Flan di zucchine, fonduta al parmigiano e pancetta croccante

Polpo scottato, crema di piselli  (*33 Capo Regimen) e chutney di albicocche

Tagliatelle di seppia alla mediterranea (*22 Capo Regimen)

Ogni portata 15€

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Genovese (*62 Capo Regimen) di bufalo, zabaione al “parmigiano” di pecora

Ravioli fritti di melanzane affumicate, fonduta di blu di bufala

Spaghettone al ragù di gallinella e polvere di olive

Cavatielli ai grani antichi, crema di zucchine e cannolicchi, spuma di ricotta (*37 Capo Regimen) al nero di seppia

Ogni portata 20€

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Guancia cbt, erbette (*53 Capo Regimen) saltate e salsa ai frutti rossi

Filetto di maialino(*25 Capo Regimen), crema di patate “arrecanate”(*Giardino della Minerva) cilentane

Trancio scottato di pescato, pesto di rucola(*Giardino della Minerva) e acqua di pomodoro

Tortino di alici(*30 Capo Regimen), fonduta di pecorino al pepe bianco (*75 Capo Regimen)

Spigola/orata alla mediterranea (*22 Capo Regimen)
Ogni portata 23€

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Millefoglie al cannolo cilentano con ricotta semi montata

Crostata capovolta

Gel di latte  (*22 Capo Regimen) affumicato, cremoso al cioccolato e polvere di mirto (*Giardino della Minerva)

Ogni portata 8€

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Coperto 2€ – Acqua 2,5€

Allergeni presenti:
glutine, crostacei, uova, pesce, latte, molluschi, frutta a guscio.

Il progetto GUD, partendo dall’assunto che il cibo è cultura e dalla particolare prospettiva della cucina, racconta il nostro territorio non soltanto dal punto di vista gastronomico. L’obiettivo è qualificare maggiormente sul piano culturale l’offerta turistica prendendo coscienza di ciò che siamo e “perché lo siamo”, riappropriandoci della conoscenza della nostra storia, delle arti e delle origini del pensiero occidentale che è nato addirittura a Velia più di 2500 anni fa.
Questo è il motivo per cui lo chef Vittorio Sodano nel proporre questo menu a la carte si è ispirato ai principi della Scuola Medica Salernitana, la più antica Università di medicina nel mondo e al Giardino della Minerva, primo esempio di orto botanico d’Europa dove, studiando e analizzando le proprietà terapeutiche, questi medici dell’XI secolo insegnavano agli allievi a riconoscere i “semplici”, cioé le piante utilizzate per curare le malattie e con cui poter fare medicamenti.

Il cibo è cultura, ma il cibo è anche salute!

È alla Scuola Medica Salernitana che si deve l’identificazione della dietetica soprattutto con l’arte del mangiar bene e con l’insistenza sulla moderazione al fine di non spezzare l’equilibrio dei quattro umori. Il riferimento è alla “teoria dei quattro umori” e alla “teoria degli elementi” si cui si basavano le fondamenta teoriche della cura della medicina ippocratica e della Scuola Medica Salernitana. Secondo la “teoria degli umori”, la combinazione di questi quattro umori determina il “temperamento” dell’individuo, le sue qualità mentali e il suo stato di salute.
Le malattie, originate dallo squilibrio tra gli umori, venivano contrastate utilizzando un prodotto di natura opposto all’umore in eccesso.

Nel Regimen Sanitatis di Salerno è scritto:

Capo 55 Della dieta

Quel sistema serba intatto ,
Cui ti sei di già suefatto :
Segui sempre il primo , e dopo
Noi cangiar se non è duopo.
L’ altra via gran male appresta,
Anche Ipocrate lo attesta.

Certo è farmaco la dieta
Tener sempre ad egual meta.
Se noi fai, ben malamente
Curi, ed opri da demente.

A tutti raccomando il rispettar la dieta, serbando il loro consueto vivere. La dieta è poi meta del medicar, e chi lei non apprezza, quando sano, mal regge, e infermo poi non ben si cura”.

Vittorio, con l’intento di recuperare l’antica tradizione terapeutica dei “Semplici” della Scuola Medica Salernitana, dunque, insieme alle pietanze porta a tavola, associati con forte carica simbolica:

Trotula de Ruggiero, la Medichessa Salernitana e l’alloro, pianta della sapienza e della gloria. 

Teoria degli umori e i limoni che richiamano l’idea della freschezza, della pulizia e della guarigione. 

“Gambine” di Ortega e il mirto, pianta sacra a Venere, pianta della fecondità.

I riferimenti della Regola Sanitaria Salernitana

La ricerca svolta ha attinto dal testo:

LA SCUOLA SALERNITANA”, Ed. Luigi Landoni, Pavia, 1833 – Scaricato dal sito books.google.it Testo latino dell’edizione curata da J. Chr. G. Ackermann e pubblicata a Stendal (Germania) nel 1790 e tradotto da P. Magenta.

Scarica  il libro: Regimen_sanitatis

 

Qui un ottimo sito dove è possibile consultare in via digitale la regola e fare un confronto con il testo latino a fronte:  https://ora-et-labora.net/regolasalernitanalatit.html

 

Di seguito la nostra selezione, con i riferimenti citati nei menu:

Contro ai tossici funesti

Buoni antidoti son questi:

Ruta, rafano, aglio, e vera

Teriaca, e noci, e pera.

Aglio, salvia, e pepe fino,

Sal, prezzemolo, e buon vino,

Se il miscuglio non si falsa,

Forman sempre buona salsa.

Mal non fare l’apparecchio

Di pan caldo o troppo vecchio;

Ma che sia ben fermentato,

Sia ben cotto e bucherato;

Di bastante sal condito,

E di grano ben cernito.

Non far uso della crosta,

Che talor doglie ti costa.

Che sia, replico, salato,

Sia ben cotto e fermentato,

Sia salubre, sia sincero:

Senza questo vale un zero.

Senza vino la porcina

Carne è della pecorina

Ben peggior: se al vin si mesce

Quasi farmaco riesce.

Del majal son buon i quarti,

Son cattive l’altre parti.

Quando i pesci a fibre molli

Han gran corpo, ten satolli:

Se le carni han dure, allora

I più piccoli assapora.

Sieno luci a tinche uniti,

Sieno persici, e cobiti,

Morve, raje con carpioni,

Gorni, sfoglie, e salamoni.

Al pisello non ci gode

Di dar biasimo né lode:

Se ne svesti la semente

Sano fia bastantemente;

Nuoce e il ventre stende e cruccia

Se lo mangi colla buccia.

Giova al tisico il caprino

Latte, e poscia il cammellino.

Nel nutrir, sopra ogni greggia,

Quello d’asina primeggia.

Quel di vacca è pur nutriente,

Quel di pecora egualmente.

Per chi ha febbre o mal di testa

Esca è il latte ognor funesta.

Cibo è il cacio freddo, agresto,

Grossolano, ed indigesto:

Però il cacio al pan frapposto

E pel sano un buon composto;

Ma per quei che non è sano

Anche il pan v’unisci invano.

Posto il cacio fra i nocenti

Cibi han medici inscïenti:

Pure questi unqua non sanno

Per qual causa apporti danno.

Allo stomaco sfinito

Egli aggiugne util prurito:

Dopo il pasto se si assuma,

L ‘altre dapi egli consuma.

Far di questo potrà fede

Chi la fisica possede.

Sana il fico strume, ghiande,

E i tumor su’ cui si spande.

Se il papaver gli si aggiunge

L ‘ossa infrante ad estrar giunge.

Crea pidocchi e voglie oscene,

Ma chiunque le previene.

È la birra che alimenta

Gli umor pingui e il corpo aumenta,

Che rinforza un cuor che langue,

Che produce e accresce il sangue;

Che l’orina eccita, mentre

Anche ammolla e gonfia il ventre.

Ben rinfresca un po’ l’aceto,

Ma più asciuga, e l’umor lieto

Cangia in tristo; affievolisce,

E lo sperma sminuisce;

Reca danno ai nervi adusti,

E dissecca i pingui busti.

Por si debbono ai conviti

Piatti semplici e conditi.

Strugge il sale ogni acre umore,

E all’insulso dà sapore:

Poiché il cibo niente vale,

Se si porge senza sale.

Troppo sal però molesta

Gli occhi, e il corso al seme arresta,

Scabbia genera e prurito,

E fa il corpo irrigidito.

Tre hanno forza riscaldante,

Cioè salso, amar, piccante.

Sempre l’acido rinfresca,

E l’austero stringent’ esca.

L ‘unto insipido alimento

Dolce fa temperamento.

Malva detta al tempo prisco

Fui perché ‘l ventre ammollisco.

Le mie radiche il potere

Han di scior le feci intere,

D ‘eccitar l’utero scusso,

E di trarne il mensil flusso.

Medicina fia bugiarda

Quella menta, che ritarda

A scacciar lombrici e vermi

Da’ventrigli e grembi infermi.

Perchè l’uom morrà, cui fresca

Nel giardin la salvia cresca ?

Perchè farmaco più forte

Dello stral non v ‘è di morte.

Della salvia i nervi allena

L’uso, il tremito raffrena

Delle mani, ed anche ajuta

A scacciar la febbre acuta.

Chi castor, nasturcio, e vera

Atanasia, e primavera,

E lavanda a salvia unisce,

La paralisi guarisce.

Salvia, in ver sei salvatrice,

Di natura emulatrice.

Sull’oprar delle cipolle

Disputar sempre si volle.

Da Galien però si scrive,

Che ai biliosi son nocive;

Ma salubri poi ben bene

Ai flemmatici le tiene,

Specialmente pel ventriglio,

E per dare un bel vermiglio.

Con cipolle spesso i siti

Di capei nudi e sguerniti

Stropicciando, ha l’opra loro

Reso al capo il suo decoro.

Dissolvente non leggiero,

E non tardo è il pepe nero,

Che la flemma fa sparire,

Ed il cibo digerire.

Al ventriglio il pepe bianco,

E al dolor giova del fianco;

Della febbre presto e bene

Moti e brividi previene.